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Flussimetria: cos’è, quando si fa, perché viene prescritta e cosa fare se è ai limiti

flussimetria

La gravidanza trasforma il corpo della donna in modo da assicurare lo sviluppo del piccolo, ma si tratta di un processo che va tenuto sotto controllo. Tra gli esami utili c’è la flussimetria. Scopriamo cos’è e quando si fa!

Il monitoraggio della gravidanza è necessaria per verificare lo stato di salute della futura mamma e del piccolo che porta in grembo.

A volte, tuttavia, si rende necessario qualche esame specifico per controllare un valore o una situazione potenzialmente critica. È il caso della flussimetria o doppler.

Che cos’è la flussimetria doppler?

Il doppler è un esame specifico che viene eseguito per studiare il flusso sanguigno in relazione all’attività della placenta e al benessere del bambino.

Si tratta di una particolare ecografia che sfrutta gli ultrasuoni per ottenere informazioni circa la quantità e la velocità del flusso sanguigno nelle arterie e nelle vene.

L’utilizzo di ultrasuoni è innocuo sia per la futura mamma che per il bambino e non bisogna aspettare del tempo prima di ripetere l’esame.

Flussimetria: quando si fa?

Quando si fa la flussimetria? L’esame viene eseguito quando si sospettano delle complicazioni della gestazione, come per esempio l’aumento della pressione, il diabete gestazionale e la preeclampsia.

Inoltre, considerando che un problema di flusso sanguigno può compromettere l’ossigenazione di organi, tessuti e placenta, la flussimetria in gravidanza è utile per capire la condizione del feto e la presenza di un eventuale ritardo nella crescita.

Flussimetria materna e fetale

Quando si parla di questo esame, però, si deve fare riferimento a due tipologie diverse: quello materno e quello fetale.

Flussimetria materna

Gli eventuali problemi evidenziati dalla flussimetria materna vengono ricercati a partire dalla 17esmia settimana alla 23esima settimana di gestazione.

In questo caso le donne con problemi di salute sono predisposte alle complicanze in gravidanza e l’esame permette di valutare il flusso del sangue delle arterie uterine.

Flussimetria fetale

Questo tipo di flussimetria si effettua dopo 32 settimane di gestazione e può essere ripetuta più volte senza conseguenze.

L’esame mira a valutare le arterie ombelicali che sfruttano il cordone ombelicale per trasportare il sangue dal feto verso la placenta, le arterie cerebrali del feto che irrorano il cervello del piccolo e/o il dotto venoso deputato a portare il sangue dalla placenta al muscolo cardiaco del nascituro.

L’analisi del flusso sanguigno controlla il corretto funzionamento della placenta e il livello di ossigenazione degli organi del feto.

In caso di flussimetria fetale ai limiti o non buona l’esame verrà ripetuto e la situazione verrà monitorata per evitare ritardi nella crescita o malformazioni.

Flussimetria in gravidanza: costo

Il costo di questo esame varia a seconda dello specialista e della zona di riferimento ma, salvo particolari indicazioni mediche, non è coperto dal Sistema Sanitario Nazionale.

 

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