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Hikikomori: cos’è, significato, sintomi della sindrome, psicologia e come uscirne

hikikomori

Hikikomori” è una parola giapponese che abbiamo imparato a usare anche noi per indicare chi si chiude in casa e taglia i ponti con il mondo esterno. Ma cosa vuol dire esattamente?

Il fenomeno hikikomori si è diffuso anche in Italia e in altri Paesi del mondo, mutuando lo “stare in disparte” dei giovani  giapponesi. La voglia di “stare in disparte” tipica degli hikikomori e della loro psicologia allontana qualsiasi forma di interazione sociale e crea un altro mondo.

Hikikomori: Cos’è? Traduzione e significato

La parola giapponese “hikikomori” prende il suo significato dall’unione dei verbi “hiku” cioè “tirare indietro” e “komoru” vale a dire “ritirarsi”. Può essere considerato un meccanismo di reazione estremo alle pressioni sociali come per esempio la bellezza o i voti a scuola. Insomma è la creazione di un mondo in cui rifugiarsi per sfuggire alle aspettative. Hikikomori è una sindrome che crea i nuovi “invisibili”: giovani (ma anche adulti) che vivono estraniati dalla vita sociale e rinchiusi dentro la loro camera.
Che cosa sono gli hikikomori? Sono le persone che soffrono di un disturbo caratterizzato da isolamento sociale, rifiuto ed esclusione di tutto ciò che è relazione.

Come riconoscere un hikikomori?

Non è facile individuare il principio del fenomeno hikikomori nel significato di “i giovani che non escono di casa”. Spesso si collega lo “stare in disparte” al carattere o al momento. Solitamente la sindrome hikikomori si manifesta con sintomi più o meno chiari a ridosso dell’inizio o della fine della scuola superiore.
Prima perché c’è il confronto con un nuovo approccio allo studio, nuovi docenti e nuovi compagni di classe e dopo perché non si sa cosa fare del futuro. I ragazzi hikikomori iniziano a mancare alle lezioni in classe, non hanno più un ciclo sonno/veglia regolare, non escono dalla stanza e preferiscono fare le cose da soli.

Le cause del fenomeno

A mettere in moto il meccanismo hikikomori in un ragazzo (o un adulto) possono essere varie situazioni e condizioni. La componente caratteriale gioca un ruolo primario perché un ragazzo sensibile e introverso interagisce con più difficoltà e non supera le varie delusioni facilmente. A questa causa principale si aggiunge la mancanza di una figura paterna e/o la morbosità della madre e le pressioni scolastiche o sociali. Queste concause aumentano le difficoltà nell’affrontare la società e gli altri fino a spingere gli hikikomori ad allontanarsi da tutto e tutti.
La situazione peggiora man mano che passa il tempo perché, mentre loro restano chiusi nel loro mondo, gli altri continuano la loro vita; il che rende il confronto ancora più insostenibile. La chiusura al contatto con gli altri e alla vita sociale può durare mesi o addirittura anni, ma non è qualcosa che si sana spontaneamente.

Il ruolo di anime, videogiochi e depressione

Quando si tratta di fenomeni nati altrove, purtroppo, la confusione genera luoghi comuni difficili da scardinare. Per esempio, la sindrome hikikomori non c’entra con anime, manga (fumetti e cartoni giapponesi) e videogiochi.

Il fatto che il fenomeno sia uno dei soggetti preferiti degli anime e manga giapponesi non significa che l’uno sia l’effetto dell’altro. Certo i ragazzi hikikomori amano gli anime, ma non possono essere identificati in essi. Al contrario i videogiochi e internet alleviano l’isolamento di questi ragazzi, i quali vivevano in un isolamento sociale totale prima dell’avvento di pc e consolle.

Il Ministero della Salute giapponese definisce l’hikikomori un fenomeno psico-sociologico, spesso sintomo di altre patologie come depressione, fobia sociale o schizofrenia. Alcuni studi sostengono che, molto probabilmente, il sistema culturale giapponese basato sul confucianesimo, con le sue rigide regole sociali, abbia portato tanti giovani a non sentirsi all’altezza degli standard richiesti, portandoli a chiudersi in casa, piuttosto che ad affrontare una realtà estremamente esigente ed opprimente.

Hikikomori: Come uscirne

È bene sapere che è possibile aiutare un “giovane che non esce di casa”, anche quando il diretto interessato non mostra alcuna voglia di farsi aiutare. In questi casi è indispensabile fare affidamento su una terapia diversa da quella usata per trattare depressione, disturbo della personalità e altre malattie.
Al momento non esiste una formula standard, ma il percorso terapeutico deve coinvolgere la famiglia, il contesto e la vita sociale.

Quanti hikikomori ci sono nel mondo e in Italia?

Gli hikikomori nel mondo sono tantissimi e non sono concentrati tutti in Giappone: ormai il fenomeno interessa tutti i Paesi dall’economia sviluppata. Stando alle statistiche coinvolge i giovani tra i 14 e i 30 anni (ma anche over 40) e il numero dei casi è in aumento anche in Italia.

 

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