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Cyberbullismo: definizione, significato, differenze col bullismo e Legge

La rete ha creato incredibili opportunità, ma si è trasformata in una cassa di risonanza per alcune piaghe sociali, come quella del bullismo. Capiamo meglio che cos’è il cyberbullismo!

Il bullismo è un fenomeno caratterizzato da un comportamento intenzionalmente violento di natura fisica e/o psicologica reiterato nel tempo.

Il bullo o il gruppo di bulli può aggredire in modo fisico (strattonando o picchiando la vittima) o in modo indiretto (insultandola, calunniandola o escludendola).

Quando il cyber incontra il bullismo nasce un fenomeno che ha assunto i tratti di una vera piaga sociale, il cyberbullismo.

Cyberbullismo: definizione e significato

Il cyberbullismo è un vocabolo nuovo creato per indicare tutte le forme di “bullismo virtuale”, avvenute cioè attraverso la rete.

A definire il cyberbullismo è una Legge volta a prevenire e contrastare il fenomeno chiamata “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”.

In che cosa consiste il cyberbullismo? Sostanzialmente si tratta di atti di bullismo da parte di una o più persone perpetuati ai danni di minorenni (ma non solo) per via telematica, cioè dietro una tastiera.

Quali atti rientrano nel cyberbullismo? La Legge sul cyberbullismo del 2017 li definisce come “qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo”.

Il cyberbullo sfrutta i social, le chat e le app di messaggistica per molestare, aggredire o discriminare una persona, mantenendo un certo anonimato e sfruttando una portata maggiore.

In realtà non basta inviare un messaggio per essere tacciato di bullismo virtuale. Quando si verifica il cyberbullismo? Quando è ripetuto e reiterato nel tempo.

Bullismo e cyberbullismo

Qual è la differenza tra bullismo e cyberbullismo? L’intenzionalità e la violenza sono sempre le stesse, ma cambia il contesto.

Negli atti di bullismo esistono quasi sempre degli spettatori che conoscono la vittima (per lo più studenti) mentre nel cyberbullismo possono essere o meno presenti e possono conoscere o meno la vittima (giovani e adulti).

A cambiare è anche l’identikit del bullo: compagni di classe o studenti della stessa scuola nel bullismo e ragazzi più o meno giovani e adulti nel cyber bullismo.

È diversa anche la portata del fenomeno, circoscritta nel caso del bullismo e ampia nel caso del bullismo virtuale.

Le forme di bullismo virtuale

La parola cyberbullismo racchiude “tutte le forme di bullismo virtuale”: sì, esistono diverse forme d cyber bullismo.

  • Flaming – I cyberg bulli provocano e umiliano tramite messaggi su gruppi online e forum.
  • Impersonation – È il cyberbullismo in tema di scambio di persona: il cyberullo si finge qualcun’altro per ingannare la vittima.
  • Trickery – Il cuberbullo cerca di attirare l’attenzione di qualcuno allo scopo di tirargli un brutto scherzo.
  • Cyberstalking – La parola cyberstalking indica la forma di stalking avvenuta attraverso il web.
  • Doxing – È la diffusione non consensuale di dati personali e sensibili di una persona nella rete.
  • Denigration – Non si tratta di un atto denigratorio volto a rovinare la reputazione di qualcuno per emarginarlo.
  • Cyberbashing – Indica la diffusione di un video in cui si vede l’aggressione di un branco ai danni di un coetaneo.
  • Harassment – L’harassment racchiude le molestie o le minacce di morte perpetuate via web.

A prescindere dal nome che assume la forma di bullismo virtuale, comunque, è chiaro che c’è l’intenzione di colpire l’atro. Purtroppo il fenomeno non accenna ad arrestare la sua folle corsa.

Cyberbullismo e vittime

Il cyberbullismo miete le sue vittime tra i giovanissimi, soprattutto tra i nativi digitali che non comprendono appieno la portata delle loro azioni.

Solitamente le vittime vengono bullizzate per l’aspetto fisico, l’abbigliamento, l’orientamento sessuale e il modo di pensare.

Purtroppo, complice l’anonimato, molti preferiscono tacere, entrando in un tunnel fatto di isolamento e depressione.

Tuttavia le vittime possono chiedere al gestore di rimuovere, oscurare o bloccare i contenuti denigratori e offensivi. Se la richiesta non viene accolta entro 48 ore possono contattare il Garante della Privacy.

Il problema può essere affrontato per via amministrativa (ammonendo il cyberbullo se ha un’età superiore a 14 anni) o sporgendo denuncia con condanne che vanno da 6 mesi o una multa per un minorenne e da 6 mesi a 5 anni per i maggiorenni.

Di fatto il cyberbullismo costituisce un reato in caso di impersonation, denigration, flaming e cyberstalking mentre può essere punito a seconda dalla portata in caso di doxing, cyberbashing e harrasment.

 

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