I genitori non sanno sempre come comportarsi di fronte al tema “paghetta e figli”, specialmente perché i tempi sono cambiati. Ecco cosa sapere sulla paghetta!
Sono passati i tempi in cui i bambini non avevano bisogno di nulla, se non quello che mamma e papà decidevano di comprare e/o regalare.
I bambini del nuovo millennio crescono in fretta e iniziano a coltivare varie passioni e a uscire con gli amici molto prima. Per questo iniziano a chiedere soldi extra.
La paghetta (in inglese pocket money) permette di acquistare giochi e figurine, ricaricare il cellulare, andare al cinema, gustare un gelato e accedere a nuove esperienze.
Questa autonomia prematura può spaventare i genitori, i quali temono che i soldi possano essere gestiti male o spesi per qualcosa che non dovrebbero.
Paghetta: pro e contro
La paghetta può avere pro e contro a seconda del punto di vista dei genitori, delle loro esperienze e dal metodo educativo.
A grandi linee la paghetta può assumere un significato positivo se si pensa che così i ragazzi eviterebbero di capire cosa fare per avere la paghetta con modi fantasiosi o trovare strade alternative per ottenere ciò che desiderano.
Dare una somma a cadenza regolare (settimanale o mensile) deve essere considerato un modo per responsabilizzare i figli da subito: offre una minima indipendenza, fa capire il valore del denaro e insegna a dare delle priorità.
Per di più, oltre a non costringerli a mentire, i ragazzi la percepiscono come un atto di fiducia dei genitori e difficilmente sono disposti a perderla.
Tra i contro più temuti c’è l’accesso a cose inutili o ad attività non consone al modello educativo, ma d’altronde non si può negare che la responsabilizzazione passi anche da qualche errore.
Quando iniziare a dare la paghetta?
I genitori favorevoli possono iniziare a dare soldi ai figli quando i bambini si approcciano alla scuola media, quindi a partire dai 11 anni. Prima non sarebbero capaci di capirne il significato.
Questa non è una delle regole della paghetta, ma un’indicazione che va modulata in base alle necessità e alla maturità dimostrata dal bambino fino a quel momento.
Quanti soldi di paghetta?
I pocket money variano a seconda dell’età del figlio, del modello educativo e della disponibilità economica.
Tuttavia è necessaria una via di mezzo: dare 50 euro di paghetta alla settimana vuol dire non fare capire il valore del denaro e viziarlo mentre dare pochi euro significa scoraggiarlo.
A grandi linee, pur tenendo presente le differenze tra le diverse famiglie, la paghetta media in Italia per i bambini di 11 anni si aggira intorno ai 5-10 euro.
Il calcolo della paghetta cambia man mano che il bambino cresce, arrivando a coprire i 15-20 euro per i ragazzi che frequentano le scuole superiori.
L’importanza delle regole della paghetta
Non esistono vere e proprie regole della paghetta, ma sarebbe opportuno chiarire subito a cosa dovrebbero essere destinati i soldi: merenda, regali per i compleanni, gita scolastica, sfizi o altro.
È buona norma non tagliare i fondi al bambino o al ragazzo se non viene utilizzato subito al meglio; in fondo la gestione dei soldi è qualcosa che si impara col tempo.
Non è opportuno neanche rimpinguare il pocket money prima del dovuto, perché il bambino deve riuscire a capire a cosa dare priorità e a programmare le uscite.
Infine sarebbe meglio non usare i soldi come forma di ricatto per i voti o le faccende domestiche, pena lo svilimento dell’impatto educativo della paghetta e del suo significato futuro.
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