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Bambino che piange disperato e urla: cosa vuol dire e come comportarsi

bambino che piange

Il pianto è una delle primissime forme di comunicazione utilizzate dal neonato e resta nel tempo come espressione di un sentimento. Ma cosa vuole comunicare un bambino che piange?

È bene tenere a mente che i bambini che piangono stanno comunicando qualcosa: sete, sonno, caldo, freddo, dolore, bisogno di attenzioni e così via.

Tuttavia esiste una differenza tra un bambino di 1, 2 o 3 anni che si sveglia di notte piangendo e un bambino che piange disperato all’improvviso.

Per capire i motivi che portano il bambino a piangere è necessario imparare a distinguere i principali tipi di pianto.

Cosa vuole comunicare il bambino che piange?

Il bambino o la bambina che piange vuole comunicare qualcosa, anche quando banalmente cerca di attirare l’attenzione dei genitori e fa i capricci. Si può dire che raramente ci sono bambini che piangono senza motivo.

Fame

Uno dei motivi per il quale il bambino piange è la fame: ha bisogno di attirare l’attenzione essendo impossibilitato a “procurarsi” il cibo da solo.

Nella maggior parte dei casi, quindi, il bambino che piange disperato e gira la testa a sinistra e destra ha soltanto fame e non accenna a calmarsi fino a quando non si attacca al seno o al biberon.

Cambio pannolino

Quando una bambina o un bambino piange potrebbe manifestare in questo modo l’esigenza del cambio pannolino sporco di pupù o pipì. Si tratta più che altro di un pianto misto a un lamentio.

Solitudine

Il bambino si sveglia piangendo disperato nel cuore della notte quando apre gli occhietti e non vede la figura di riferimento vicino a lui. È una sensazione di abbandono che lo travolge all’improvviso e non dovrebbe essere ignorata.

Caldo o freddo

Il bambino inizia a piangere per manifestare il suo disagio al troppo caldo o al troppo freddo, alternando il pianto alle grida.

Dolore

A causare il pianto nel bambino possono essere le normali coliche gassose che si manifestano intorno al secondo mese di vita.

Quando preoccuparsi se un neonato piange? Se gli episodi non spariscono dopo il quarto mese di vita e il pianto è forte, prolungato e senza apparenti motivi.

Cosa succede se un neonato piange troppo?

Quando il bambino è troppo piccolo sarebbe meglio non trascurarlo e imparare a decifrare i gesti che accompagnano ogni tipo di pianto. Un esempio? Quando il neonato ha fame tende a succhiare il pollice.

Se il pianto resta inascoltato infatti l’organismo inizia a produrre i cosiddetti “ormoni dello stress” che danneggiano il sistema nervoso centrale.

Come calmare un bambino che piange?

È possibile imparare a tranquillizzare il piccolo tenendo a mente qualche consiglio su come calmare il bambino che piange.

Per esempio, salvo che non pianga per la fame o le coliche, si può avvolgere il neonato in una coperta ricreando la posizione fetale.

Se il piccolo soffre di coliche sarebbe opportuno tenerlo poggiato su di sé in modo da farlo calmare e riposare anche per un paio di ore. A tal proposito sarebbe utile anche un accessorio babywearing.

Un altro suggerimento utile per calmare il bambino che piange è metterlo a pancia in giù e fargli un massaggio, dalla schiena alle spalle fino alle braccia.

 

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